Arcangelo Galante
- 03/11/2017 07:10:00
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Una suggestiva narrazione che mette in risalto le impressioni, avute dall’autrice, sul terreno sacro, luogo ove riaffiorano facilmente i ricordi, quando si entra in un cimitero. Forse, non tutti hanno lopportunità di poter passeggiare e trovare le persone conosciute, oppure i propri cari, durante la visita effettuata nella ricorrenza del Due Novembre, giacché, a volte, questi luoghi sono lontani e, qualcheduno, non sempre vi si può recare. Ma a colpirmi molto, sono le descrizioni dettagliate, rivelatrici di un senso d’abbandono, di isolamento e di dimenticanza del posto, sino all’arrivo del flusso di gente, nella data scelta, per commemorare i defunti. Alla fine del “racconto”, i miei occhi si sono gonfiati di lacrime, ricordando...!
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